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Extended Enterprise, ci siamo già dentro e magari non lo sappiamo

by Daniele Vistalli, on gio, ott 19, 2017

 

Mai sentito parlare di Extended Enterprise? Probabilmente si ma forse in modo meno ricorrente rispetto ai tormentoni come Digital Transformation, Customer Experience etc. etc.

Per quasi vent’anni (questo è il 18° per essere precisi) mi sono occupato e mi occupo di realizzare sistemi informatici che consentano alle persone di collaborare. E’ quasi un tema “vecchio” se guardiamo ad i trend del momento. In realtà è l’uni

co tema che non invecchia mai perché quale che sia l’innovazione o evoluzione tecnologica le persone devono e dovranno continuare a comunicare, collaborare, condividere per produrre risultati.

La mia fortuna quindi è che sono in un mercato/settore “eterno” (almeno fin quando uomini e donne continueranno a lavorare) e che l’unica sfida è quella di essere continuamente pronti ad aggiornarsi e superare il passato.

Questa premessa è secondo me importante perché identifica che:

• La collaborazione è un ambito che non ha fine

• La collaborazione è un ambito che cambia in continuazione e si adatta al cambiamento della società, della cultura, della geografia, del mondo.

 

Che centra tutto questo con il titolo del mio post ? E’ semplice. L’extended enterprise è qui e ne facciamo parte da quando le aziende hanno iniziato ad essere più flessibili, liquide, a rendere parte del proprio organico collettivo non solo i dipendenti ma anche i collaboratori non dipendenti, i clienti, i fornitori e chi ne ha più ne metta.

Con l’assottigliarsi della linea di demarcazione tra “interno” ed “esterno” tra “intranet” ed “extranet” tra “riservato” e “condiviso con alcuni” la trasformazione digitale risulta in corso da anni, da molto prima che diventasse il tema caldo attorno a cui ruotano gli investimenti e la trasformazione delle aziende in un trend in cui l’IT non è più “cosa dei tecnici” ma un pilastro fondamentale a cui la proprietà ed i manager C-Level devono guardare non più come un mero centro di “costi” ma come ad un “impianto produttivo” all’interno dell’azienda.

Vuoi fare una verifica facile facile ? Chiedi al tuo IT quanti “utenti” non dipendenti sono presenti all’interno della directory aziendale. Scoprirai che c’è di tutto, consulenti, fornitori, clienti. Tutti che già “estendono” l’azienda a volte in modo non chiaramente delineato e “controllato”.

Nel lavoro che svolgo con Factor-y seguo questa evoluzione tutti i giorni. Ciò che è cambiato negli ultimi anni, e che diventerà un tema sempre più maturo da qui in poi, ricade nelle seguenti aree:

Coscienza del fatto che spesso abbiamo, dentro casa nostra, persone che hanno ruoli diversi e che dovrebbero avere accesso ad informazioni selezionate rispetto a quelle di un dipendente. Questa coscienza presente da sempre negli ambienti più “regulated” si sta affermando anche nelle aziende “normali” che prima erano più disposte a chiudere un occhio, o anche due, rispetto alla gestione corretta dell’accesso da parte degli utenti esterni.

• La sicurezza dell’accesso intesa come la gestione delle “chiavi” con cui un utente esterno (o interno) varca i cancelli del sistema informativo ed accede alle informazioni. Oggi spesso la sicurezza ha la forma di una “form” con userid e password e niente più. Se proviamo a chiedere “quando” e “da dove” un utente ha avuto accesso al sistema la risposta, se non negativa, richiede molto tempo e lavoro.

• Il rispetto di regole e leggi esistenti o in arrivo (come il GDPR che sta seminando preoccupazione in ogni dove) che hanno lo scopo di monitorare e tutelare l’accesso alle informazioni dei cittadini / clienti / dipendenti

• La praticità/produttività che si può ottenere implementando soluzioni migliori rispetto a userid e password e passando a modelli di “identità federata” in cui non creo una nuova utenza/password per ogni persona ma stabilisco un “trust” verso terze parti che mi certificano identità e ruolo di una persona. E’ un modo “nuovo” di gestire la collaborazione ma pure uno dei più promettenti modelli di governo delle utenze. Se implementato correttamente ha risvolti eccezionali per l’ottimizzazione dei costi di gestione di intranet ed extranet rispetto alle risorse del dipartimento IT (in un prossimo post mi concentrerò sul perché la federazione di identità è qualcosa a cui VOLETE arrivare ma che magari non conoscete ancora)

Riassumiamo: Chiamiamo “Extended Enterprise” la nostra azienda che per collaborare con persone provenienti da altri ambiti e realtà si attrezza per governare meglio tutti gli aspetti che ho introdotto poco fa. Quando l’extended enterprise si realizza:

• Il nostro team lavora meglio
• La nostra azienda è più sicura
• Le altre aziende lavorano meglio con noi e noi lavoriamo meglio con loro
• Il rispetto delle normative non è più una “onerosa” aggiunta ma una naturale conseguenza del modello di gestione del nostro sistema informativo che si estende oltre il confine dell’azienda.

Per oggi mi fermo, altrimenti potrei scrivere per due giorni, ma tornerò con ulteriori spunti, esempi e soluzioni su come migliorare le performance della “Extended Enterprise” in cui lavori e a cui magari non hai mai fatto caso in questa nuova ottica.

Se le mie riflessioni ti hanno interessato e ti piacerebbe avere altri spunti su questi temi (Extended Enterprise, portali, collaborazione, sicurezza) ti invito ad iscriverti al mio blog. E’ un servizio, non finirai in liste commerciali, riceverai soltanto le informazioni relative ai miei post su questo blog.

Ovviamente qualche volta oltre che di “teoria” ti racconterò anche come “in pratica” applichiamo quanto racconto alle necessità dei nostri clienti ed impiegando i prodotti con cui lavorando. Sperando di averti tra i miei lettori ti ringrazio di aver letto fin qui.

Topics:ExtendedEnterprise

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